Difficoltà scolastiche

Il non apprendere può dipendere da due classi di fattori: ambientali/esterni e individuali

Difficoltà scolastiche


Le difficoltà di apprendimento possono rappresentare un problema significativo nella carriera scolastica di un bambino ed è importante identificarne accuratamente le cause per poter intervenire in maniera precoce ed adeguata.

Il “non apprendere” può dipendere da due classi di fattori: ambientali/esterni al bambino (arretratezza culturale, scarsa stimolazione, degrado sociale, assenze frequenti, difficoltà linguistiche) e individuali (deficit visivi e/o uditivi, insufficienza mentale, scarso funzionamento di capacità specifiche come linguaggio, lettura, memoria o attenzione).

E’ possibile identificare due tipi di problematica scolastica:
1.    Difficoltà di apprendimento: problematica significativa nel percorso scolastico del bambino, può essere dovuta a svantaggio socio-culturale grave, disturbo di attenzione e/o iperattività, disturbi emotivi (ad es: ansia, depressione, paure), disturbi comportamentali, scolarizzazione insufficiente, oscillazioni “normali” del rendimento scolastico, scarsa motivazione, didattica non adeguata alle caratteristiche del bambino.
2.    Disturbo specifico dell’apprendimento: gruppo eterogeneo di disturbi consistenti in significative difficoltà nell’acquisizione e nell’uso di abilità di ascolto, espressione orale, lettura, ragionamento e matematica, presumibilmente dovuti a disfunzioni del sistema nervoso centrale.
Questo tipo di disturbi compaiono già nelle primissime fasi di acquisizione di un’abilità scolastica e risultano essere più difficili da trattare.
I disturbi specifici dell’apprendimento si manifestano in vari modi, più o meno evidenti, ma spesso passano inosservati per molto tempo, rendendo gli eventuali interventi molto meno efficaci.
La tempestività, infatti, è il fattore più importante e decisivo ai fini prognostici. Quanto più precocemente il soggetto potrà beneficiare di un intervento riabilitativo, modificando o integrando potenzialità carenti, tanto più gli effetti del disturbo neurofunzionale tenderanno ad attenuarsi o a modificarsi. Questi disturbi si manifestano in maniera particolare, per questo spesso il problema può essere sottovalutato e individuato in ritardo poiché, presentandosi in bambini che apparentemente hanno le potenzialità per apprendere, viene attribuito a mancanza di interesse o a scarsa applicazione allo studio, con conseguenze negative sul bambino, sia di tipo psicologico che di rendimento scolastico.
Attraverso la valutazione con test validati è possibile individuare elementi che possono indicare un possibile sviluppo di un disturbo dell’apprendimento, in questo modo si può intervenire con dei lavori mirati sul pregrafismo, per esempio, per aiutare il bambino a utilizzare tutte le risorse di cui dispone.
Quali sono i disturbi specifici dell’apprendimento?
•    Dislessia
La dislessia comporta difficoltà di grado lieve, medio o severo nella lettura e nella comprensione dei testi e dei numeri, nella memorizzazione delle definizioni, nella memorizzazione dei termini specifici.
In generale, il bambino e lo studente con dislessia non hanno un rapporto “naturale” con l’apprendimento che deve avvenire tramite le parole: non è per loro sufficiente ascoltare per capire ed imparare, ma necessitano di spiegazioni che passino anche attraverso l’esempio concreto e la sperimentazione.
La dislessia non è un problema solo per la lettura: i bambini con dislessia spesso hanno avuto difficoltà di linguaggio nei primi tre anni di vita: può trattarsi di bambini che hanno imparato a parlare verso i due anni, altre volte invece hanno imparato verso l’anno ma poi il loro linguaggio è rimasto povero, oppure non hanno mai pronunciato bene le parole, o hanno continuato ad usare frasi costruite in modo non del tutto corretto.
•    Disgrafia
La disgrafia è un disturbo non verbale, che coinvolge tipicamente la scrittura di parole e di numeri e l’utilizzo del segno grafico, in misura lieve, media o severa. Il bambino con disgrafia può risultare anche impacciato e in difficoltà con alcuni compiti di motricità fine. Può inoltre risultare poco organizzato nella gestione del materiale e del lavoro autonomo, anche intorno ai 10 o 11 anni, cioè alla fine della scuola elementare. Anche in assenza di altri disturbi, il bambino con disgrafia può avere difficoltà nella scrittura di numeri e nell’utilizzo dell’incolonnamento di cifre, se non è coadiuvato (soprattutto i primi tre anni) dall’insegnante attraverso l’utilizzo di strumenti come il colore.
•    Discalculia

La discalculia è il disturbo relativo all’apprendimento del sistema dei numeri e dei calcoli, si presenta associata alla dislessia, ma in alcuni casi, anche se piuttosto rari, è un problema che si riscontra in modo isolato nei bambini.

Con il termine discalculia si fa riferimento a un disturbo specifico del sistema dei numeri e del calcolo in assenza di lesioni neurologiche e di problemi cognitivi più generali. Per questo motivo, rifacendosi a quanto è stato esplicitato per la dislessia, è importante sottolineare che la discalculia si manifesta nonostante un’istruzione normale, un’intelligenza adeguata, un ambiente culturale e familiare favorevole. Tale disturbo coinvolge, in particolare, l’acquisizione di abilità relativamente semplici, quali ad esempio la scrittura e la lettura dei numeri e il sistema del calcolo (come ad esempio la memorizzazione delle tabelline, l’esecuzione delle procedure di calcolo ecc.).
La discalculia viene suddivisa in primaria e secondaria:
•    la discalculia primaria rappresenta il disturbo delle abilità numeriche e aritmetiche
•    la discalculia secondaria si presenta associata ad altri problemi di apprendimento, quali la dislessia, la disgrafia, ecc.

 

•    Disortografia
La disortografia è un disturbo specifico dell’apprendimento che interessa la scrittura, non correlato a deficit sensoriali, motori o neurologici.
Chi soffre di disortografia non rispetta le regole di trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio scritto, non è in grado di tradurre correttamente i suoni che compongono le parole in simboli grafici. I sintomi della disortografia possono essere omissioni di grafemi o parti di parola (es. pote per ponte o camica per camicia), sostituzioni di grafemi (es. vaccia per faccia; parde per parte), inversioni di grafemi (es. il per li; spicologia per psicologia).
La disortografia può derivare da una difficoltà di linguaggio, da scarse capacità di percezione visiva e uditiva, da un’organizzazione spazio-temporale non ancora sufficientemente acquisita, da un processo lento nella simbolizzazione grafica.
La disortografia solitamente si associa a difficoltà di linguaggio, scarse capacità di percezione e discriminazione visiva e uditiva, organizzazione e integrazione spazio-temporale non ancora acquisita, processo lento nella simbolizzazione grafica, dominanza laterale non adeguatamente acquisita.

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